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Tributi locali, delibere in salvo

Fonte: Italia Oggi

Arriva la sanatoria per le delibere comunali su tributi locali (Imu, Tasi, Tari, addizionale Irpef) e tariffe approvate in ritardo dai sindaci. Dopo essere saltata prima dal decreto legge sulla voluntary disclosure (per esplicita opposizione del presidente del senato Pietro Grasso) e poi dal dl «salva-regioni» varato venerdì scorso dal consiglio dei ministri, la misura troverà posto nella legge di stabilità.
L’emendamento che fa salve, solo per il 2015, le delibere «relative a regolamenti, aliquote e tariffe di tributi, adottate dai comuni entro il 30 settembre 2015, per le quali siano state correttamente e compiutamente espletate le procedure di pubblicazione», è stato approvato ieri dalla commissione bilancio del senato. Si chiude così una querelle apertasi in estate, quando molti comuni, confidando in un’ulteriore proroga dei bilanci oltre il 30 luglio (rinvio che però non c’è stato salvo che per gli enti della regione Sicilia) hanno approvato le delibere sui tributi locali dopo la scadenza della dead line per il preventivo. E quindi in modo illegittimo. Senza la sanatoria, i comuni ritardatari sarebbero stati costretti ad applicare nel 2015 le aliquote del 2014, con un’aggravante in più: il congelamento di tutte le aliquote e tariffe, disposto per l’anno prossimo dal ddl di Stabilità.

Oltre alla sanatoria delle delibere e alla regolarizzazione dei funzionari delle Entrate retrocessi (si veda box in pagina), la commissione bilancio si è concentrata sul vaglio di ammissibilità degli emendamenti, arrivando ad esaminare fino all’art. 9.

Per il momento la tagliola del presidente della commissione bilancio, Giorgio Tonini, si è abbattuta su circa 240 emendamenti, alcuni cassati per estraneità di materia, la maggior parte per mancanza di copertura. È il caso delle proposte di modifica tendenti a introdurre il quoziente familiare per il pagamento delle imposte sui redditi, così come delle norme che avrebbero esteso l’esenzione dall’Imu agricola alle cooperative sociali e agli agricoltori in pensione indipendentemente dall’ubicazione dei terreni. Cassata anche l’esenzione Imu per gli immobili di interesse storico-artistico soggetti a vincoli e per i depositi di prodotti ittici.

Buone notizie, invece, dal pacchetto casa. Gli emendamenti in materia di fisco immobiliare che puntano a estendere l’esenzione Imu-Tasi per la prima casa anche alle abitazioni concesse in comodato d’uso gratuito a genitori, figli e coniugi separati, hanno passato indenni il vaglio di ammissibilità e quindi saranno votati dalla commissione bilancio del senato. Al pari di quelli che mirano a cancellare l’Imu agricola per tutti i terreni, indipendentemente dal titolo del possessore e dalla collocazione geografica, e a rendere strutturale la cedolare secca al 10% per gli affitti a canone concordato.

In attesa di conoscere l’ulteriore pacchetto di emendamenti del governo che, dopo le micro-misure presentate martedì (dalle agevolazioni fiscali per le borse di studio del programma Erasmus + alle assicurazioni dei soggetti coinvolti in attività di volontariato sociale in favore dei comuni), avrebbe dovuto depositare un altro, limitato, ventaglio di proposte di modifica, i lavori in commissione sono proseguiti nella giornata di ieri piuttosto a rilento. Creando qualche malumore nelle stanze di palazzo Chigi. Ieri pomeriggio al ministero dell’economia si sono riuniti i sottosegretari Pier Paolo Baretta, Paola De Micheli e Claudio De Vincenti per partorire le misure da presentare subito in commissione. Non ci saranno invece modifiche in aula dove sembra ormai scontato il voto di fiducia su un maxiemendamento dell’esecutivo che recepirà il lavoro della commissione. L’obiettivo del governo è evitare l’assalto alla diligenza tipico di ogni sessione di bilancio. Ma va da sé che il contingentamento dei lavori in aula, attraverso la fiducia, potrebbe portare la commissione bilancio a darsi più tempo, «ferma restando la dead line del 20 novembre» per l’ok di palazzo Madama, come confermato dalla relatrice Federica Chiavaroli. La senatrice di Area popolare ha inoltre ribadito che c’è l’accordo col governo per mantenere a mille euro il tetto all’uso del contante per i money transfer.

In arrivo anche misure «molto forti» (come le ha definite il capogruppo Pd in commissione Giorgio Santini) per il Sud: decontribuzione totale per i nuovi assunti e credito d’imposta per gli investimenti. Il tema potrebbe però essere rimandato alla camera assieme al pacchetto giochi che ieri è stato al centro di una accesa polemica tra il Pd e il M5S, culminata nella decisione del Partito democratico di rinviare la trattazione del tema a Montecitorio.


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