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Se non puoi pagare, almeno lavora
Con il baratto amministrativo, imposte e multe si possono pagare con prestazioni lavorative

Fonte: Italia Oggi

Il buon esempio viene da tre Comuni: Tollo, in Abruzzo, Invorio, in Piemonte, e Marcellinara, in Calabria. Il sindaco di Tollo, Angelo Radica, ha già fatto approvare il regolamento e sta vagliando le domande. Sarà tra i primi Comuni ad attuare il baratto amministrativo. Dice: «il nostro paese ha 12 contrade e quasi 15 chilometri quadrati di territorio da ripulire e tenere in ordine. Il baratto amministrativo ci consentirà di ovviare ai problemi legati alla carenza di personale. I residenti maggiorenni con Isee (indicatore situazione economica equivalente) non superiore a 10 mila euro e con tributi comunali non pagati saranno ammessi a questa misura innovativa».

Ma anche il sindaco di Marcellinara, Vittorio Scerbo, ha tagliato brillantemente il traguardo, prevedendo già questo tipo di agevolazioni sui tributi del 2015: ha scontato fino al 30% della Tasi o Tari a seconda degli interventi di pubblica utilità che i cittadini si sono offerti di svolgere.

Il record spetta però al Comune di Invorio dove c’è già il primo cittadino che lavora anziché pagare le tasse: il sindaco, ha deciso di far lavorare un residente indigente per l’equivalente di 1.200 euro (con paga oraria virtuale di 7,5 euro all’ora). Così facendo, il cittadino, un sessantenne disoccupato, potrà risarcire i tributi spettanti al Comune e il Comune potrà recuperare il valore della tassazione non corrisposta, altrimenti persa nel calderone delle imposte evase.

Un altro Comune, Monteleone, nei pressi di Spoleto, è nel gruppo dei virtuosi ed ha approvato la delibera «Misure di agevolazioni della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio» e si appresta ad attuarla. «Con questo strumento – dice il sindaco, Marisa Angelini – si ridà dignità a chi, per le contingenti e transitorie situazioni di emergenza, è costretto a chiedere frequenti aiuti o diventare frodatore fiscale non colpevole, dando loro la possibilità di mettersi a disposizione della propria comunità e di sentirsi utili a se stessi e agli altri». «Questa forma di baratto- aggiunge- è consentita ai cittadini, disoccupati o con un reddito minimo o che hanno ottenuto contributi come inquilini morosi non colpevoli negli ultimi tre anni e riguarda tributi comunali non pagati, iscritti a ruolo e non ancora regolarizzati,».

Sul baratto amministrativo marciano, in prima linea, i 5stelle. Stanno presentando in tutti i Comuni in cui sono presenti degli ordini del giorno perché esso venga recepito nei regolamenti comunali. A Reggio Emilia, per esempio, la consigliera comunale grillina, Paola Soragni, ha dato i 120 giorni al sindaco pidiessino: entro questo periodo, gli ha detto, devi recepire la legge numero 164 del 2014. «Gli interventi –spiega- possono riguardare la pulizia, la manutenzione e l’abbellimento di aree verdi, piazze e strade o interventi di decoro urbano, di recupero e riuso di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano. In relazione alla tipologia di interventi, i comuni cancellano o riducono i tributi inerenti al tipo di attività posta in essere». Mozioni-fotocopia sono state presentate (o stanno per esserlo) in tutti i consigli comunali dove siedono i grillini. Ma non sono solo loro i fautori di questa opportunità. Il fronte pro-baratto si è infatti allargato e l’avvio dell’esperienza è reclamato da più parti.

Lo starter si deve alla legge Sblocca Italia che tra le altre cose ha previsto per i Comuni la facoltà di emettere esenzioni o riduzioni dei tributi (imposte ma anche ammende) in cambio di azioni per la riqualificazione del territorio comunale. Dai cittadini che non sono in grado di far fronte ai tributi locali i Comuni possono accettarne il pagamento sotto forma di lavoro. Ovvero quantificate le tasse da pagare per il singolo contribuente, il Comune può determinare, in ore, quanto lavoro sia necessario per saldare il debito. Vedremo lungo la Penisola cittadini alle prese coi rastrelli nelle aiuole dei giardini pubblici o a pulire i muri dai graffiti o ancora a regolare il flusso dei visitatori ai musei?

Il coro dei sì è pressoché unanime. «Pregiatissimi signori sindaci, in questo particolare momento di crisi economica, riteniamo importante che anche le amministrazioni comunali della provincia di Barletta, Andria e Trani, diano un chiaro segnale di vicinanza ai problemi dei cittadini di questo territorio». È l’inizio della lettera che il presidente locale della Cna, la confederazione dell’artigianato, Michele de Marinis, ha indirizzato ai primi cittadini della zona di sua competenza. « I Comuni- prosegue- riescono sempre meno a far fronte alle proprie innumerevoli esigenze a causa dei continui tagli ai fondi e per i blocchi delle assunzioni, parallelamente sempre più diffusa è la difficoltà per il cittadino di corrispondere con puntualità tasse gravose come Tasi o Tari. La proposta del baratto amministrativo ha già avuto successo ed è diventata realtà in alcuni comuni di piccole dimensioni, ma sta suscitando grande interesse anche nei comuni più grandi, e sicuramente si estenderà facilmente in tutta Italia. Oltre a consentire ai Comuni di usufruire di forza lavoro, aiuta i cittadini nel riconquistare la loro dignità e rappresenta anche uno stimolo a diffondere maggiore senso civico e senso di appartenenza».

A Chieti è invece il Pd a proporlo. Dice il capogruppo in consiglio comunale, Chiara Zappalorto: «Il risultato è duplice: da una parte si sostengono le amministrazioni locali che devono far quadrare i conti con sempre minori risorse, dall’altro si coinvolgono i cittadini nella tutela dei beni comuni e soprattutto si cerca di non incidere oltremodo nei bilanci familiari». Tutti assieme, appassionatamente. Da Biella risponde il consigliere della Lega, Giacomo Moscarola: «Ho chiesto al sindaco di elaborare entro 6 mesi un regolamento sul baratto amministrativo e renderlo operativo affinché si possa applicare ciò che la legge consente, ovvero i cittadini che siano in difficoltà nel pagamento dei tributi comunali o contravvenzioni, possano commutare il pagamento con lavori utili alla collettività». Per una volta, la politica sembra non bisticciare e marciare insieme. I Comuni si stanno attrezzando: chi possiede i requisiti previsti nei regolamenti potrà anticipare Matteo Renzi e cancellare le tasse sulla casa armandosi di scopa e badile.


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