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E sulle tasse locali lite con Zingaretti
Regioni. Botta e risposta, poi il chiarimento

Un botta e risposta serrato e tutto in casa democratica tra il premier Matteo Renzi e il governatore del Lazio (ed esponente del Pd) Nicola Zingaretti su un tema ad alta sensibilità: le tasse locali. Tutto nasce da una risposta data dal premier a Bruno Vespa che, durante la puntata di Porta a porta di ieri, aveva osservato come alcune regioni abbiano deciso di aumentare le addizionali. «In Lazio, Piemonte, Liguria, Abruzzo – ha detto Renzi – hanno portato l’addizionale al livello massimo, loro volevano alzare il tasso dell’addizionale ma noi abbiamo messo una forchetta. I singoli spieghino perché aumentano le addizionali: i comuni devono essere messi in condizioni di spiegare le tasse e noi abbiamo creato il sito Soldipubblici.it». 

Un richiamo che non è andato giù a Zingaretti: il governatore ha così replicato con una nota lunga e piccata spiegando le sue ragioni e, in pratica, addossando la responsabilità della scelta al taglio dei trasferimenti decisi dal governo. «Spiego con piacere al Presidente del Consiglio il motivo per cui nel Lazio, ma solo per i redditi superiori a 35 mila euro, è stata aumentata l’aliquota Irpef – scrive Zingaretti – : perché il Governo ci ha tagliato circa 725 milioni di euro di trasferimento in due anni. Se ce li restituisce siamo pronti ad abbassare subito Irap e Irpef». Ma il governatore aggiunge anche che «grazie a politiche virtuose di bilancio, per il rimanente 80% degli abitanti del Lazio non ci sarà alcun incremento dell’Irpef ma addirittura per gli scaglioni da 28mila a 35mila una riduzione. È giusto poi ricordare che in questi due anni, oltre ad aver tagliato circa 1 miliardo di euro di sprechi, abbiamo anche pagato 8,7 miliardi di debiti ereditati e fatti negli ultimi 15 anni dalle precedenti amministrazioni. Mi capitò di dirlo – conclude Zingaretti – qualche mese fa: è molto semplice far quadrare i conti del governo centrale con tagli agli enti locali. Lo sanno fare tutti». Una chiusura velenosa che a Palazzo Chigi non deve essere piaciuto affatto se poco dopo fonti vicine al premier fanno notare come «non sia responsabilità del Presidente del Consiglio dei ministri se il Lazio, a differenza di quasi tutte le altre regioni, ha aumentato le tasse. È invece responsabilità del premier, e della maggioranza, avere inserito una norma ad hoc per il Lazio per evitare il fallimento della regione, causato dai debiti delle precedenti amministrazioni». E ancora: «Non abbiamo bisogno di spiegare al Presidente del Lazio che la norma in questione è contenuta nel dl. 192/2014 all’articolo 10, dal comma 12 sexiesdecies al comma 12 undevicies. Quanto alla puntata di Porta a porta, Renzi si è limitato a prendere atto di una notizia data da Bruno Vespa che potrà essere smentita dal Presidente della Regione qualora non corrispondesse al vero, una volta vista la puntata che andrà in onda stasera».

La lite familiare in casa Pd ha però un almeno apparente lieto fine. A scriverlo se ne incarica Zingaretti che in serata attraverso twitter fa sapere che «dopo un paio di scambi ci siamo sentiti al telefono con @matteorenzi e abbiamo chiarito tutto. Uniti per cambiare l’Italia, è #lavoltabuona». Un cinguettìo in pieno stile renziano, in linea con il clima di collaborazione ostentato appena ieri mattina prima dello scambio di colpi, quando Zingaretti aveva commentato lo sblocco dei fondi alla Regione per la Sanità dicendo che «il governo ha riconosciuto il lavoro che stiamo facendo». Poi la lite (e la pace) sul caso delle tasse locali.


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