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Imposta comunale sulla pubblicità: il 31.12.2016 termina il contratto di concessione. È legittima la proroga?
Il tema relativo alla gestione dell’imposta sulla pubblicità si ripresenta puntualmente da diversi anni, in un contesto che è stato caratterizzato, fino all’anno scorso, dalla paventata soppressione della stessa a favore dell’IMU 2

Il 31.12.2016 termina il contratto di concessione dell’ imposta comunale sulla pubblicità alla società iscritta all’albo. È legittimo prorogare il contratto vigente?

Il tema relativo alla gestione dell’ imposta sulla pubblicità si ripresenta puntualmente da diversi anni, in un contesto che è stato caratterizzato, fino all’anno scorso, dalla paventata soppressione della stessa a favore dell’IMU 2. La cancellazione dell’IMU 2 ad opera del comma 25 dell’articolo 1 della legge 208/2015, mediante l’abrogazione dell’articolo 11 del d. lgs 23/2011, elimina il principale ostacolo che da qualche anno impediva di riorganizzare il settore dei tributi minori costituiti dall’ imposta comunale sulla pubblicità, il diritto sulle pubbliche affissioni, la tassa occupazioni spazi e aree pubbliche, anche in versione canone, e il canone per l’installazione dei mezzi pubblicitari. Infatti, la presenza di una norma che, a distanza di pochi mesi, doveva introdurre una nuova imposta ancora priva del regolamento attuativo per comprenderne il funzionamento, impediva una riorganizzazione della gestione a lungo termine. Questa situazione di stasi ha anche limitato la pubblicazione di nuove selezioni per l’affidamento del servizio a causa dell’impossibilità di definire con chiarezza l’oggetto del contratto. Negli ultimi anni, i diversi affidamenti in concessione sono stati mantenuti in vita avvalendosi della norma di proroga sulla riscossione delle entrate che, riconosciuta di sei mesi in sei mesi, costringeva ad interventi continui. La cancellazione dell’IMU 2 consolida la disciplina dei tributi minori disegnata dal d. lgs. 507/93 e apre alla riorganizzazione della gestione che, nel corso del 2016, ha portato alla pubblicazione di diverse selezioni pubbliche, almeno fino all’entrata in vigore del nuovo codice dei contratti contenuto nel d. lgs 50/2016. Come noto, il nuovo testo prevede un ruolo di soft regulation assegnato all’Anac che, da diversi mesi è impegnata nella pubblicazione di apposite linee guida che hanno interessato soprattutto gli affidamenti dei servizi, e meno quello delle concessioni, caratterizzate anche dal calcolo dei parametri connessi al rischio di gestione.

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