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La Corte Costituzionale sulla disciplina in materia di risorse idriche
La Corte Costituzionale dichiara illegittima gran parte della disciplina in materia di risorse idriche della Regione Sicilia, perché viola l'articolo 117, lettere e) e s), della Costituzione, che riserva allo Stato la potestà legislativa in tema di tutela della concorrenza e di tutela dell'ambiente.

La Corte Costituzionale, nella sentenza n. 93/2017, dichiara illegittima gran parte della disciplina in materia di risorse idriche della Regione Sicilia, perché viola l’articolo 117, lettere e) e s), della Costituzione, che riserva allo Stato la potestà legislativa in tema di tutela della concorrenza e di tutela dell’ambiente.

Oltre alle norme sull’affidamento, sono incostituzionali le previsioni nella parte in cui stabiliscono che:
• sono a carico del soggetto privato affidatario del servizio qualsiasi variazione economica che possa intervenire nel periodo di affidamento, anche per causa non imputabile al gestore;
• i Comuni possono provvedere alla gestione diretta del servizio idrico attraverso la costituzione di sub–ambiti;
• i Comuni montani con popolazione inferiore a 1000 abitanti, nonché i comuni delle isole minori e i comuni che non hanno consegnato gli impianti ai gestori del servizio idrico integrato «possono gestire in forma singola o diretta [tale servizio] nei casi in cui la gestione associata del servizio risulti antieconomica».

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