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Solo la Sicilia abbassa le tasse

Fonte: ItaliaOggi.it

La Sicilia riduce l’aliquota unica dell’addizionale regionale all’Irpef che passa dall’1,73 all’1,50%. Nel resto d’Italia l’Irpef regionale non aumenta, a causa del blocco della leva fiscale confermato anche per il 2018, ma nella provincia autonoma di Trento vengono cancellate le detrazioni per i figli a carico prima riconosciute per redditi sotto i 55 mila euro. Le regioni continuano a preferire le aliquote differenziate rispetto all’aliquota unica. In dieci enti si applicano cinque aliquote, mentre il Friuli-Venezia Giulia ne prevede due e la Basilicata tre. Tra le nove regioni che invece applicano l’aliquota unica, in cinque (Valle d’Aosta, province autonome di Trento e Bolzano, Sardegna e Veneto) hanno optato per il prelievo più basso (1,23%), mentre Abruzzo e Calabria hanno deciso di applicare l’1,73%, la Campania il 2,03% e la Sicilia, come detto, l’1,50%.

È quanto emerge dalla lettura del sito www.finanze.gov.it dove sono stati pubblicati i dati rilevanti ai fini della determinazione dell’addizionale regionale all’Irpef che le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano hanno inviato al dipartimento delle finanze entro il 31 gennaio. L’esame dei dati pubblicati evidenzia come rispetto allo scorso anno non vi siano sostanziali disallineamenti. Come detto, nessuna regione ha aumentato le aliquote, grazie anche al fatto che la legge di bilancio (legge n. 205/2017) ha prorogato anche per il 2018 il «blocco degli aumenti» delle aliquote dei tributi regionali e locali disposto dall’art. 1, comma 26, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, che sospende dell’efficacia delle leggi regionali nella parte in cui prevedono aumenti dei tributi e delle addizionali attribuiti alle regioni rispetto ai livelli di aliquote o tariffe applicabili per l’anno 2015.

Le uniche sostanziali variazioni rispetto al 2017 riguardano:


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