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Agenzie fiscali, pronte le diffide dagli ex dirigenti
Il caso. Rischio contenzioso sulle stabilizzazioni

Rischia di aprirsi un nuovo fronte nelle agenzie fiscali dopo lo stop della sentenza 37/2015 della Consulta alle norme sulla nomina dei funzionari «incaricati» di ruoli dirigenziali senza concorso. Il sindacato Unadis (Unione nazionale dirigenti dello Stato) si sta facendo promotore dell’invio di lettere di diffida all’agenzia delle Entrate a tutela degli ex incaricati. La data cerchiata in rosso sul calendario è quella di domani e l’iniziativa sarà aperta anche ai non iscritti. In pratica, l’obiettivo è quello di arrivare a una stabilizzazione del rapporto a tempo di lavoro dirigenziale con la conversione a tempo indeterminato. Ma non solo, perché la lettera «diffida» appunto dal bandire un concorso per il reclutamento di personale dirigente presso l’agenzia delle Entrate prima di aver verificato l’effettiva esigenza di personale dirigente dopo aver stabilizzato i richiedenti in possesso dei requisiti. 

La lettera di diffida fa leva anche su un altro aspetto. La stabilizzazione, secondo lo schema predisposto da Unadis, «acclarerebbe la legittimità della posizione dirigenziale di ciascuno degli “incaricati” senza soluzioni di continuità a far data quantomeno dalla data di maturazione del periodo minimo previsto per la conversione del rapporto a tempo determinato in rapporto a tempo indeterminato, il tutto con salvezza degli atti medio tempore sottoscritti da tali incaricati, atti per i quali si prospettano già pronunce giudiziarie di illegittimità». 

Il riferimento è alla querelle sulla legittimità degli atti sottoscritti dai dirigenti decaduti. In tal senso, va ricordato come, fin da subito dopo la sentenza della Consulta, i vertici dell’amministrazione finanziaria abbiano ribadito la piena validità degli atti. Tuttavia, le segnalazioni arrivate finora al Sole 24 Ore sottolineano come resti molto fermento sull’opportunità di impugnare gli atti o addirittura di integrare i ricorsi sollevando l’illegittimità della firma (si veda il giornale di sabato 25 aprile). Il tutto alla luce dei contrasti giurisprudenziali emersi negli ultimi giorni tra Commissioni tributarie (e su cui è intervenuto anche un comunicato dell’agenzia delle Entrate).

Nelle prossime settimane poi potrebbe esserci anche un incontro con le altre organizzazioni sindacali per la questione dei dirigenti e per valutare di arrivare a iniziative comuni.
Intanto nel dibattito sul fisco italiano irrompe anche la futura configurazione di Equitalia. L’agente della riscossione è alla vigilia del cambio di governance: giovedì 30 aprile saranno rinnovati i vertici del concessionario pubblico (partecipato al 51% dall’agenzia delle Entrate e al 49% dall’Inps). Dopo le proposte formulate a più riprese dal sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, per rendere Equitalia una sorta di casa del contribuente, una nota di Scelta civica chiede di svincolare il concessionario dall’agenzia delle Entrate e renderla dipendente solo dal Mef: «Equitalia deve smettere di essere il braccio armato, silente e subordinato, degli enti impositori contro i cittadini e deve diventare un ente realmente autonomo rispetto ad essi, venendo messa anzitutto nelle condizioni di verificare, a tutela dei cittadini, la correttezza formale dei ruoli e delle pretese impositive che le vengono girate in riscossione».


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