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Unioni, compensazioni impossibili entro aprile
Patto. Non è ancora partito il monitoraggio per gli enti capofila

Le incertezze operative che gli enti locali devono affrontare in questo periodo non sono limitate al rendiconto. Sul fronte del Patto di stabilità, c’è ancora da attendere il decreto enti locali che dovrebbe accogliere il nuovo Patto 2015. Ancora sospesa la rilevazione di Ifel sugli enti capofila, necessaria per correggere gli effetti negativi sul patto di stabilità connessi alla gestione di funzioni e servizi in forma associata, mediante la riduzione degli obiettivi dei Comuni capofila e il corrispondente aumento degli obiettivi dei Comuni associati, previo accordo fra gli stessi (all’ articolo 6-bis, comma 31, legge 183/2011, come modificato dal comma 491 della legge 190/2014). Un comunicato pubblicato nei giorni scorsi da Ifel rinvia la scadenza ai prossimi giorni, ma il termine del 30 aprile per la comunicazione dei dati al ministero dell’Economia è ormai troppo stretto. Il 30 aprile, infine, per il Patto regionale incentivato le Regioni dovranno comunicare agli enti locali interessati e al ministero dell’Economia i saldi obiettivo rideterminati. Le Regioni avranno un incentivo pari all’83,33% degli spazi finanziari che distribuiscono a favore dei propri comuni (75%) e delle province e città metropolitane (25%), per un totale di un miliardo. Gli spazi aggiuntivi, secondo quanto previsto dalla legge di stabilità, potranno essere utilizzati dagli enti locali beneficiari esclusivamente per pagare debiti commerciali di parte capitale maturati alla data del 30 giugno 2014.

Sempre in tema di pagamenti, gli enti non devono inviare la comunicazione relativa ai debiti certi, liquidi ed esigibili, maturati fino al 31 dicembre 2014, ancora da pagare al 30 aprile 2015. L’adempimento previsto dall’articolo 7, comma 4-bis del Dl 35/2013 è considerato assolto dagli obblighi di inserimento nella Piattaforma certificazione crediti delle fatture non pagate e dal successivo aggiornamento dei dati. Un comunicato pubblicato sul sito della Piattaforma chiarisce il dubbio e, sempre con riferimento agli stessi debiti, informa che ora è possibile effettuare la comunicazione di assenza delle posizioni debitorie riferite alla stessa data (Menu del sito Ricognizione debiti > Comunicazione di assenza di posizioni debitorie). Resta quindi solo da dichiarare, per chi si trova in questa condizione, l’assenza di fatture non pagate.

Il 30 aprile debutta il primo appuntamento con la pubblicazione sul sito istituzionale (nella sezione «Amministrazione trasparente/Pagamenti dell’amministrazione») dell’indicatore di tempestività dei pagamenti riferito al primo trimestre 2015. L’indicatore è definito in termini di giorni di ritardo nel pagamento ed è calcolato ponderando gli importi delle fatture per i giorni intercorsi fra data di trasmissione del mandato in tesoreria e la data scadenza.

Dal 1 gennaio 2015, infatti, l’indicatore da annuale è diventato trimestrale e il termine di pubblicazione scatta il 30esimo giorno dalla conclusione del trimestre solare. 

Nel calcolo dell’indicatore di tempestività gli enti devono considerare anche i pagamenti riferiti ai contratti di appalto di lavori pubblici, quelli di utilizzazione di beni a fronte di un corrispettivo di denaro, come la locazione e l’affitto, riferiti ad un rapporto commerciale. Sono altresì incluse nel conteggio le prestazioni dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti. Sono esclusi, invece, i pagamenti riferiti a debiti oggetto di procedure concorsuali aperte.

Nel caso di fatture soggette a contestazioni o contenzioso l’indicatore deve essere calcolato escludendo i periodi in cui la somma era inesigibile. 


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