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Catasto, servono correttivi
Lo schema di dlgs non rispetta la legge delega anche sulla rappresentanza

Il catasto è, da secoli, uno strumento di garanzia dei contribuenti e valutiamo quindi con estremo favore il fatto che lo schema di decreto legislativo in materia di commissioni censuarie locali e centrale approvato dal consiglio dei ministri affidi importanti funzioni ai presidenti di tribunale e ai prefetti, che sono entrambi di per sé istituti di garanzia, che godono nel paese di ampia fiducia. Il provvedimento approvato, in altre parti e in specie in quelle relative alla rappresentanza, non rispetta invece la legge delega, né nella lettera né, e tantomeno, nello spirito. Siamo comunque certi che le commissioni parlamentari di senato e camera richiederanno al governo di apportare le dovute modifiche alle parti che sono a rischio di incostituzionalità. Dal provvedimento emerge poi evidente un chiaro tentativo di limitazione dell’intervento delle commissioni censuarie nella definizione del nuovo catasto, che il parlamento ha invece profilato come costruito in contraddittorio fra le parti. Anche a questo proposito, come per altri punti, occorre superare ogni condizionamento della burocrazia centrale e ritornare allo spirito originario. Se lo schema di decreto fosse stato sottoposto a pubblica consultazione, come è ormai d’uso in molte amministrazioni e come si era chiesto, prima di essere portato in consiglio dei ministri, si sarebbe accelerato l’iter di una riforma attesa dal paese, che si aspetta che l’attuale catasto venga adeguato ai valori e ai redditi che caratterizzano un tempo di crisi del settore immobiliare che non conosce precedenti nella storia dello stato unitario.


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