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Imu e Tasi oggi alla cassa ma non per tutti
La tassa sui servizi si paga solo nei Comuni che l’hanno deliberata e spesso con un calendario diverso

Partiamo da quello che dice la legge: l’acconto della Tasi va pagato oggi, lunedì 16 giugno, in tutti i Comuni che hanno deliberato e pubblicato le aliquote entro il 31 maggio. Fin qui la norma. Poi ci sono sindaci che hanno fissato scadenze diverse, come il 16 luglio, il 31 luglio o il 16 agosto: a rigor di legge non potrebbero farlo, ma siccome sono loro a incassare il tributo, i contribuenti che seguiranno il calendario locale non rischiano nulla. E poi c’è il Governo, che la scorsa settimana ha dato un salvacondotto a tutti i proprietari che sbaglieranno i conti o pagheranno dopo la scadenza: si potrà versare la differenza anche in ritardo, senza sanzioni o interessi. Resta da capire “quanto” in ritardo: il Governo per ora non l’ha detto, ma ha promesso di monitorare la situazione.

Ecco, se qualcuno aveva ancora dei dubbi sul fatto che la Tasi è più ingarbugliata dell’Imu, ora c’è la conferma definitiva. Anche perché la nuova service tax ha un livello di diversificazione locale che fa impallidire le delibere Imu. E questo per almeno due motivi:

Per l’Imu le cose sono più semplici (ed è tutto dire). Quest’anno l’acconto si paga calcolando il 50% dell’imposta annua dovuta in base alle aliquote del 2013, senza che il contribuente sia costretto a controllare se c’è già stata una modifica. Le delibere del 2014 – secondo la legge – saranno usate solo per determinare il saldo Imu del 16 dicembre, anche se va aggiunta una considerazione di buon senso: se la delibera di quest’anno prevede una riduzione d’aliquota o un’assimilazione all’abitazione principale (per esempio, per una casa prestata ai figli), il contribuente potrà tenerne conto già nell’acconto di oggi, per evitare di andare a credito verso il suo municipio e dover chiedere un rimborso.

Restando sull’Imu, oggi è anche l’ultimo giorno in cui si possono regolarizzare i versamenti insufficienti del saldo 2013 senza dover pagare sanzioni e interessi. Attenzione: questo salvacondotto non vale per l’acconto Imu del 2014, per il quale valgono le normali regole del cosiddetto ravvedimento operoso. In pratica, i ritardatari devono pagare gli interessi legali (ora all’1%) rapportati ai giorni di mora e, in più, una sanzione variabile in base al tempo trascorso dalla scadenza:

Un problema che riguarda Imu e Tasi è quello degli importi minimi al di sotto dei quali l’acconto non deve essere pagato. La regola base è che, se il Comune non ha stabilito una soglia diversa, si paga dai 12 euro in su. Ma i due tributi hanno soglie diverse e se una città ha fissato, per esempio, una soglia più bassa per l’Imu senza dire nulla sulla Tasi, per quest’ultimo tributo continuerà a valere la soglia di 12 euro. Inoltre, la soglia va verificata separatamente: così, chi deve pagare 10 euro di Imu e 8 di Tasi, oggi non versa nulla e pagherà 20 euro di Imu e 16 di Tasi a saldo (sempre che il Comune nel frattempo non cambi le aliquote).


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