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La Tasi rinviata a settembre
Una nota del ministero dell’economia individua la soluzione a doppio binari

Il governo e i comuni hanno trovato una soluzione al caos dei versamenti Tasi. Nei comuni che non hanno deliberato le aliquote per tempo la chiamata alla cassa arriverà il 16 settembre. Nei comuni (al momento sono circa 900) che hanno già deliberato le aliquote del tributo sui servizi indivisibili la data del versamento resta invece confermata al 16 giugno 2014. Lo ha ufficializzato ieri sera il Ministero dell’economia con una nota, dopo una giornata di incontri con l’Anci. a pag. 23 Sul rinvio Tasi (tributo sui servizi indivisibili) l’ago della bilancia è la delibera del comune. I comuni, 960, (secondo i dati della Consulta dei Centri di assistenza fiscale) che hanno, infatti, deliberato le aliquote Tasi non avranno un rinvio della data del versamento che resta, dunque, confermata al 16 giugno 2014. Un rinvio, invece, lo avranno tutti quei comuni, la maggioranza, che non hanno deliberato in tema di tributo sui servizi indivisibili. Per i contribuenti residenti in questi ultimi comuni la chiamata alla cassa è fissata al 16 settembre: in realtà, la nota con cui il Mineconomia ha ieri sera ufficializzato il rinvio fa riferimento solo al mese ma non a un giorno specifico. Tuttavia, essendo la data dell’acconto fissata al 16 giugno e quella del saldo al 16 dicembre, tutto fa pensare che la nuova scadenza per l’acconto debba essere appunto considerata il 16 settembre. La soluzione concordata con i comuni arriva dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla confusione e il caos crescente per i pagamenti del nuovo tributo. Per Valeriano C a n e p a r i , presidente della Consulta dei Caf: «da domani metteremo a lavorare alla Tasi per i comuni che d e l i b e r e ranno entro il 23 maggio e stimiamo saranno circa 1.500, una decina di persone che dovranno trasformare, analizzare le delibere in bolletini di versamento».Venerdì infatti il sottosegretario alla presidenza Graziano Del Rio aveva escluso l’ipotesi di un rinvio del tributo contraddicendo l’ipotesi rilanciata da Enrico Zanetti, sottosegretario del ministero dell’economia. Il no dell’esecutivo arrivava in concomitanza con il no espresso da Piero Fassino, presidente dell’Anci. Poi il cambio di rotta, anche con il pressing della consulta dei Caf (centri di assistenza fi scale) subissati dalle richieste di calcolo dei versamenti e impossibilitati dall’effetuarli in mancanza proprio delle delibere comunali. I comuni infatti hanno tempo per deliberare e inviare la decisione al sito del dipartimento delle finanze entro il 23 maggio. Ma sulla decisione dei governi territoriali, si mette di traverso la scadenza elettorale. Per 4.000 realtà locali, infatti, il 25 maggio prossimo è election day. La scelta sulla tassazione degli immobili dunque ricadrà sui nuovi sindaci e sulle nuove giunte che difficilmente potranno decidere prima della chiusura dei bilanci prevista al 31 luglio 2014.

Altri numeri per il servizio delle politiche territoriali della Uil che hanno calcolato in 832 i comuni (su 8.092 del totale) che hanno deliberato quale aliquota applicheranno sulla Tasi. Ma di questi, solo 514 sono i comuni hanno pubblicato sul sito del ministero dell’economia la loro delibera. Un terzo (32) sono città capoluogo di provincia di cui 9 capoluoghi di regione, Ancona, Aosta, Bologna, Cagliari, Genova, Milano, Palermo, Roma, Torino. La ricerca della Uil mette in evidenza che si avranno fi no a 8.092 applicazioni diverse della Tasi, ma si rischia di avere addirittura oltre 75 mila combinazioni differenti di applicazione dell’imposta. E il conto della Tasi, oltre che per le complicazioni e il caos di queste settimane, rischia di far rimpiangere il calcolo dell’Imu: Dalle prime proiezioni emerge che su 32 città capoluogo, che hanno deliberato la Tasi, nel 37,5% di queste (12 città) è più alta dell’Imu pagata nel 2012. Si tratta di Bergamo (+ 21 euro); Ferrara (+ 60 euro); Genova (+ 67 euro); La Spezia (+ 47 euro); Mantova (+ 89 euro); Milano (+ 64 euro); Palermo (+ 2 euro); Pistoia (+ 75 euro); Sassari (più 40 euro); Savona (+ 28 euro); Siracusa (+ 16 euro). Sul rinvio della scadenza interviene anche Daniele Capezzone, Forza Italia, presidente della commissione finanze della Camera: «Il balletto sui tempi rende difficile ai cittadini persino pagare una tassa spregevole. E ora, oltre a discutere delle proroghe, occorrerebbe recuperare i nostri emendamenti respinti da Governo Renzi e maggioranza in occasione del decreto salvaRoma/finanza locale. Proponemmo, con copertura ineccepibile, di abolire del tutto la Tasi prima casa, ma Governo e maggioranza ci dissero di no».


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