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Proroga Tasi, il governo aspetta i Comuni
Fisco e immobili. Il caos degli acconti di giugno

Sulla proroga dell’acconto Tasi la maggioranza si spacca e la questione rimane nelle mani del Parlamento. La certificazione del problema è arrivata ieri dal question time in commissione Finanze della Camera, quando l’Economia ha risposto a un’interrogazione del leghista Filippo Busin. Sullo slittamento in avanti (Busin ipotizza il 16 dicembre) dell’acconto Tasi in scadenza il 16 giugno, il ministero ha solo preso tempo, e ha annunciato l’arrivo di una circolare per provare a sciogliere i nodi che accompagnano il debutto del tributo.

Nella risposta dell’Economia letta dal sottosegretario Enrico Zanetti viene scritto che il rinvio «potrebbe essere contrastato dai Comuni» preoccupati per un «un effetto negativo di cassa»; preoccupazione che trova una sponda nell’ex presidente dell’Anci e ora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio; in un’intervista al Corriere della Sera, Delrio ha detto che «deciderà il Parlamento, ma gli italiani hanno bisogno di tutto tranne che di cambiare regole» (principio che sembra però sfumare quando è il Governo a stravolgere le regole vigenti, ad esempio per trovare coperture in extremis come accaduto ai pagamenti per la rivalutazione dei beni d’impresa). Di parere opposto a quello della “stabilità”, sempre nel Pd, è però il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia, che ieri è sbottato: «Non si possono far pagare le tasse a forfait, e dunque la Tasi va rinviata al 16 settembre. I burocrati si adeguino anche se stanno al Governo». Il riferimento è al fatto che le regole in vigore per gli immobili diversi dall’abitazione principale prevedono, nei Comuni che non decidono in tempo le aliquote, il versamento di metà della Tasi standard (1 per mille), con un meccanismo che obbliga al pagamento anche chi sarà esentato dalle regole definitive e non chiarisce quanto devono versare gli inquilini negli tre milioni di case in affitto. Lo stesso sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, del resto, ha già messo a punto un emendamento (anticipato martedì scorso su queste pagine) per far slittare i pagamenti della Tasi per tutti gli immobili, con tanto di coperture delle anticipazioni per le casse locali. Ma l’emendamento, consegnato martedì sera al relatore del Dl casa, si è “bloccato” sul filo di lana. Tornando sul tema, Zanetti ha definito «ragionevole lo slittamento al 16 settembre. Ma dobbiamo trovare la quadra con l’Anci». Anche se ieri sera è spuntata l’ipotesi di una curiosa proroga di un mese al prossimo 16 luglio.

Intanto però gli strumenti alternativi per fare chiarezza latitano, come mostra la parte finale della risposta al question time di ieri dove l’Economia ha detto di «invitare espressamente i sindaci a emanare in tempo utile la delibera di approvazione delle aliquote Tasi, da inviare entro il 23 maggio per la pubblicazione entro il 31 maggio prossimo». Un auspicio nobile, che però si scontra con il fatto che i fondi locali, presupposto necessario per misurare le cifre da chiedere ai cittadini con i tributi, sono ancora un’incognita, e che 4.100 Comuni sono fermi in attesa delle elezioni amministrative del 25 maggio.


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