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Imu, più tempo per il ravvedimento

Grazie alle modifiche apportate alla disciplina del ravvedimento del DL Fiscale è consentito sanare le violazioni commesse in tempi lunghi. Coloro che non riescono a pagare la prima rata Imu entro la data di scadenza del 16 giugno (fissata per legge) possono ravvedersi versando una mini sanzione.

Grazie alle modifiche apportate alla disciplina del ravvedimento dall’articolo 10 bis del DL Fiscale (124/2019) è consentito sanare le violazioni commesse in tempi lunghi.  Coloro che non riescono a pagare la prima rata Imu entro la data di scadenza del 16 giugno (fissata per legge) possono ravvedersi versando una mini sanzione. Prima si pone rimedio e minore sarà la sanzione. La mini sanzione è pari allo 0,1% per ogni giorno di ritardo fino a 14 giorni dalla scadenza, fino al 30 giugno. Oltre questo termine e fino a 30 giorni dalla scadenza, la sanzione è dovuta nella misura dell’1,5%. Fino a 90 giorni di ritardo, la sanzione sale all’1,66%.

Ci si può avvalere del condono entro un anno, ma in questo caso la sanzione è dovuta nella misura del 3,75%. Si può ancora rimediare pagando una penalità del 4,28% (1/7 del 30%), entro due anni dalla scadenza, oppure del 5% (1/6 del 30%), oltre due anni dalla commissione della violazione. Il mancato ravvedimento comporta l’irrogazione della sanzione edittale da parte del comune nella misura del 15%, se il ritardo nel pagamento non supera i 90 giorni. Oltre i 90 giorni, la penalità sale al 30%. Il beneficio della mini sanzione è legato all’adempimento spontaneo prima che le violazioni vengano accertate dall’amministrazione comunale. Per stabilire quale sanzione va pagata fa testo la data dell’ultimo versamento. Per effettuare il ravvedimento oltre alla sanzione va pagato anche il tributo dovuto e i relativi interessi legali, che maturano giorno per giorno. Gli interessi vanno calcolati in base al principio del pro rata temporis, applicando i tassi in vigore nei diversi periodi d’imposta.

IMU Imposta Municipale Propria - Manuale operativo

IMU Imposta Municipale Propria - Manuale operativo

L'anno 2020 è un anno ricco di novità per i tributi comunali.

Oltre alla nuova IMU ed all'introduzione dell'accertamento esecutivo anche per i tributi comunali, il legislatore è intervenuto su vari fronti, al fine di sistematizzare la disciplina di riferimento, benché non sembri individuarsi un percorso logico lineare.

Ne è un esempio, tra i tanti, la modifica ai termini di presentazione della dichiarazione IMU consuma con il DL n. 34 del 2019, che ha spostato, solo per gli anni d'imposta 2018 e 2019, il termine di presentazione al 31 dicembre, modifica di cui si fa fatica ad individuare le ragioni logico-giuridiche, non essendo neanche possibile considerare tale spostamento come una semplificazione a favore del contributo.

In generale, si rileva un orientamento legislativo volto a pretendere sempre di più dai Comuni, sanzionandoli pesantemente in caso di omissione o ritardi.

Basti pensare al regime di consiglio delle delibere tributarie comunali che, se non inviato al Ministero delle Finanze entro 14 ottobre 2020, diventano inapplicabili, anche se approvate dal comunale nei termini.

Ritardare o dimenticarsi di inviare la delibera può quindi costare centinaia di milioni di euro; una sanzione eccessiva, e sicuramente irragionevole, per una dimenticanza.

Il quadro normativo poi sarà destinato a mutare ancora nel 2021 con l'introduzione del Canone Unico, sostitutivo dei prelievi sulla pubblicità e sull'occupazione del suolo pubblico.

A complicare il quadro di riferimento, in cui devono operare gli uffici tributi comunali, c'è anche il significativo contributo della giurisprudenza, che non riesce sistematicamente a fornire una soluzione immediata e certa ai dubbi interpretativi, e questo favorisce il proliferare del contenuto, oltre al fatto che occorre attendere mediamente un vedere per vedere conclusa una causa tributaria.

 

Pasquale Mirto
Dirigente del Settore Entrate dell'Unione Comuni Modenesi Area Nord. Direttore scientifico della rivista Finanza e Tributi Locali. Collabora con Anci Emilia-Romagna ed IFEL ed è autore di numerosi articoli e pubblicazioni in materia di tributi comunali. Già membro del Comitato di Gestione dell'Agenzia delle Entrate, nominato su designazione della Conferenza Stato-città ed autonomie locali.

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Pasquale Mirto, 2020, Maggioli Editore
85.00 €

 


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