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Imu, il governo prova a bloccare la minirata
Servono 150 milioni. Province, ddl in Aula

La soluzione sta prendendo corpo: un intervento dell’esecutivo per uscire dall’impasse della seconda rata Imu. Con un provvedimento che, secondo fonti governative, potrebbe cancellare il pagamento della parte residua dell’imposta prima della scadenza del 16 gennaio. Data in cui, diversamente, dieci milioni di italiani si ritroverebbero a sborsare, oltre all’importo delle nuove imposte (Tari e Tasi), anche il minisaldo della seconda rata dell’Imu. Due le ipotesi: quella del rimborso o, in alternativa, la cancellazione ex ante.

Misura che, a conti fatti, potrebbe andare in porto con lo stanziamento di circa 150 milioni. A tanto ammonterebbe, secondo stime al momento ufficiose, la copertura finanziaria del provvedimento. Che consentirebbe al governo anche di mettere la parola fine su settimane di polemiche e incertezze riesplose negli ultimi giorni e innescate dallo stesso meccanismo previsto dal decreto Imu. In particolare, dal quinto comma dell’articolo 1, in base al quale la differenza tra l’ammontare dell’imposta municipale risultante dall’applicazione dell’aliquota e delle detrazioni (previste a seconda dei casi), «deliberate o confermate» dal comune per l’anno 2013 resta, per il 40%, a carico del contribuente. Una situazione che interessa, per ora, qualcosa come 2.700 città italiane, tenuto conto delle amministrazioni (circa 800) che hanno disposto l’aumento dell’aliquota nel 2013 e di quelle che lo hanno fatto nel 2012 confermandolo nell’anno in corso.

Ma potrebbero aggiungersi altri comuni: il termine per ritoccare le aliquote scade, d’altra parte, il 9 dicembre. Sul pasticcio della seconda rata, non sono mancati i mea culpa da settori del governo per la confusione generata sulla questione. «È una critica che mi faccio e che ci facciamo», ha ammesso il ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ai microfoni di SkyTg24. Promettendo che legge di stabilità farà «chiarezza», confermando le indiscrezioni sulle prossime mosse dell’esecutivo. Anche il collega dello Sviluppo economico Flavio Zanonato non ci gira intorno: «L’Imu andava tolta completamente». Anche nel Pd non mancano i malumori. «Il premier venga in Parlamento e dica una parola chiara, conclusiva» sul caos Imu che «rischia di diventare una caricatura», ha esortato Gianni Cuperlo ospite di «In mezz’ora». I sindaci, intanto, sono sul piede di guerra.

«Ho incontrato il ministro Delrio. Ha assicurato il suo impegno per far cambiare il decreto» fa sapere il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci. Non manca, però, tra i sindaci che non hanno aumentato le aliquote, chi pensa che con il decreto del governo «vengono finalmente smascherati i furbetti». Di fronte a un criterio che vale per tutti, insomma, peggio per chi ha giocato sull’ambiguità. Il responsabile Finanza locale dell’Anci (il cui Ufficio di presidenza resta confermato per giovedì), Guido Castelli, invita del resto i colleghi ad archiviare il caso Imu e concentrarsi semmai sulla modifica del patto di Stabilità.


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