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Il Sistri riparte fra mille dubbi
Ambiente. Inascoltati gli appelli del mondo imprenditoriale per un intervento di semplificazione delle procedure

Il conto alla rovescia giornaliero per l’avvio del Sistri è giunto ormai a quota meno quattro e, nonostante gli appelli delle imprese, la partenza del sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi prevista per il 1° ottobre questa volta molto probabilmente non verrà rinviata.

Dopo tre anni di proroghe, i problemi non sono stati risolti e a farne le spese saranno gli operatori che dovranno fare i conti con dispositivi non funzionanti, istruzioni poco chiare e il rischio (seppur attenuato nella prima fase) di incorrere in sanzioni.

All’inizio del mese, in occasione dell’incontro con i rappresentanti delle associazioni di categoria, il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha preso atto delle criticità evidenziate dalle imprese, ma al contempo ha affermato che «dopo aver esplorato tutte le alternative, e non avendo alcuna possibilità di risolvere il contratto che impegna la pubblica amministrazione con la Selex, abbiamo assunto la decisione di evitare l’ipotesi di un ennesimo rinvio del Sistri». Con il Dl 101/2013 del 31 agosto il governo ha ridotto il numero di imprese coinvolte nella prima fase, ma il sistema rischia comunque di creare ulteriori difficoltà alle aziende. Funzionalità del sistema, semplicità d’uso e costi accessibili. Sono questi i tre requisiti non rinunciabili affinché il Sistri possa essere usato con vantaggio della tutela ambientale e senza creare inutili ostacoli alle imprese.

Tuttavia, nonostante siano trascorsi oltre tre anni dalla prima partenza prevista per il 13 luglio 2010, e successivamente prorogata più volte (si veda la tabella a fianco), è successo troppo poco. Infatti, a dispetto delle moltissime segnalazioni degli operatori e delle associazioni di categoria levate a gran voce fin dal 2010, le procedure informatiche (di competenza della Selex) e gli aspetti procedurali (di competenza del ministero) non sono cambiati. Lo dimostra la versione 3.1 del manuale operativo del 7 agosto 2013 apparsa lo scorso 12 agosto sul sito internet www.sistri.it, molto simile alla precedente e che, quasi priva delle semplificazioni richieste dalle imprese, fuga ben poche difficoltà.

Anche le incongruità normative del manuale resistono tutte, complete di refusi e disallineamenti. Si pensi, per esempio, al fatto che le procedure di gestione dei rifiuti interne all’impianto non sono previste dal Dm 52/2001 (Testo unico del Sistri). Però, il manuale operativo al capitolo 7.3 le prevede, mentre le imprese operano in base alle singole autorizzazioni; pertanto, occorrono chiarimenti e veloci procedure di interoperabilità. Il manuale consente di sostituire più dispositivi Usb con uno solo da usare per tutte le attività svolte nella medesima unità locale. Il Dm 52/2011, invece, non lo prevede. In questi giorni di riavvicinamento al sistema, molte imprese denunciano il mancato funzionamento delle black box.

Nonostante la sua costosa e faraonica architettura, il Sistri offre alle imprese come punto di riferimento istituzionale solo un call center che spesso, però, non è in grado di risolvere la molteplicità delle problematiche.

I soggetti che partono martedì 1° ottobre dovranno continuare a tenere registri e formulari fino al 1° novembre. In base all’articolo 39, comma 1 del decreto legislativo 205/2010, le sanzioni saranno applicabili dal 2 novembre 2013, mentre il comma 2 prevede sanzioni attenuate per le violazioni amministrative commesse fino al 1° giugno 2014 (riduzione a 1/10) e per quelle commesse nei quattro mesi successivi (riduzione a 1/5).

In base all’articolo 260-bis del decreto 152/2006, comma 9-ter, l’applicazione delle sanzioni amministrative è esclusa se, entro 30 giorni dalla commissione del fatto, il trasgressore adempie agli obblighi previsti dal Sistri.


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