MAGGIOLI EDITORE - Ufficio Tributi


Riscossione, rischio infrazione sull'ipotesi del maxi-consorzio
Tributi. Il progetto rispuntato nell'ultima proroga va coordinato con gli obblighi di gestione associata

L’articolo 53 del Dl 69/13 consente ai comuni di continuare la riscossione delle proprie entrate tramite Equitalia o le società private fino al 31 dicembre 2013, per favorire il riordino della materia anche mediante l’istituzione di un Consorzio che dovrebbe avvalersi di Equitalia per le attività di supporto.

La possibilità di istituire un Consorzio prende spunto dall’emendamento Sarro-Pegorer presentato alla fine della scorsa legislatura in sede di conversione del Dl 174/12. Questa volta però la norma del Dl 69/13 non introduce un obbligo ma una semplice facoltà, peraltro non meglio definita, un’opzione che andrebbe approfondita anche perché presenta diverse criticità. La soluzione proposta non considera infatti l’attuale quadro normativo sulla gestione delle entrate locali oltre che la disciplina europea che impone la gara per gli affidamenti.

In primo luogo la costituzione di un Consorzio non è in alcun modo coordinata con l’obbligatorietà dell’esercizio associato di funzioni per i Comuni sotto i 5mila abitanti, che costituiscono il 70% del totale. Entro il 1° gennaio 2014 tali enti dovranno passare alla gestione associata di tutte le funzioni fondamentali, compresa la riscossione delle entrate, optando per uno dei due moduli ammessi: l’unione o la convenzione. Peraltro non è più utilizzabile il consorzio di funzioni, abolito dalla legge 191/09.

In secondo luogo, l’affidamento diretto al Consorzio confligge con la normativa comunitaria, non potendosi ravvisare l’ipotesi dell’in house providing in quanto il Comune aderente al Consorzio non eserciterebbe sullo stesso nessun controllo analogo. Si aprirebbe così l’ennesima procedura di infrazione comunitaria, per violazione delle regole di tutela della concorrenza e del mercato previste dal trattato dell’Unione europea.

Senza considerare, poi, l’evidente rischio di duplicazione di strutture e di costi. Un nuovo Consorzio per la gestione delle entrate comunali sconterebbe pesanti oneri per la finanza pubblica non solo per i costi della sua costituzione, ma anche perché dovrebbe assumere oltre un migliaio di unità che costituiscono le eccedenze lavorative dovute all’abbandono di Equitalia dal comparto delle entrate comunali. In tal modo Equitalia uscirebbe dalla porta per rientrare dalla finestra, in contrasto con le norme che impongono l’affidamento mediante procedure ad evidenza pubblica.

L’intervento governativo andrebbe peraltro coordinato con il recente disegno di legge delega del sistema fiscale (AC 1122), contenente anche la riforma sulla riscossione, che ripropone i criteri direttivi già approvati dalla Camera il 12 ottobre 2012, tra cui la valorizzazione e messa a disposizione degli enti locali delle competenze acquisite da Equitalia anche attraverso un riassetto organizzativo della stessa. Non è chiaro tuttavia come sarà effettuata questa “nuova” collaborazione, se si dovrà distaccare una parte di Equitalia oppure creare un nuovo soggetto che faccia la riscossione nei Comuni.

In ogni caso, appare necessario privilegiare una gestione della fiscalità locale a “filiera corta”, cioè a misura del cittadino-contribuente e quindi strettamente connessa al territorio di riferimento, percorrendo eventualmente la strada della gara unica su base regionale (sulla falsariga dell’Emilia-Romagna). Al limite si potrebbe pensare ad Equitalia come riscossore pubblico di ultima istanza, in tutti i casi in cui il mercato non può funzionare e le dimensioni dell’ente non consentano una efficace gestione diretta.


https://www.ufficiotributi.it