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I sindaci all'attacco sui tagli Imu
Fisco locale. «Subito le compensazioni o sarà dissesto per l'80% dei Comuni»

Una «sciagura annunciata» secondo il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, con «un rischio dissesto per l’80% dei Comuni» secondo il suo collega di Varese, il presidente dell’Anci Lombardia Attilio Fontana, che prospetta anche una situazione in cui «non ci saranno più neanche i soldi per pagare i dipendenti», mentre il primo cittadino di Potenza Vito Santarsiero, delegato Anci per il Mezzogiorno, ritiene «impensabile» l’assenza di correttivi per il «grande caos amministrativo in cui sono stati messi i municipi».
A dominare la ripresa di settembre è ancora una volta il nodo dell’Imu, e delle distanze fra il gettito effettivo incassato con l’acconto e quello previsto per ogni Comune dal ministero dell’Economia, sulla base del quale la legge chiede di costruire i bilanci locali. Per sostenere i Comuni in crisi di liquidità il ministero dell’Interno ha già previsto l’anticipo dei conguagli e della terza rata dei fondi di riequilibrio (gli ex trasferimenti), ma a preoccupare gli amministratori locali, come testimonia la pioggia di richieste alla stessa Anci, è la correzione puntuale del gettito stimato a suo tempo dall’Economia, che determina i tagli ai fondi. Il decreto «salva-Italia» (articolo 13, comma 17) prevede in pratica che ai sindaci vadano le stesse risorse che avevano con l’Ici, ma i sindaci continuano a denunciare i “tagli-ombra” e il check up è ancora da completare (tanto più che il 17 settembre scade il termine per la seconda rata per chi ha dilazionato l’acconto sull’abitazione principale); il rinvio al 31 ottobre per la chiusura dei preventivi risolve solo il problema contabile, non quello sostanziale della cassa. Una tegola che secondo quanto denunciato ieri da Mauro Guerra, coordinatore nazionale Anci piccoli Comuni, è particolarmente grave negli enti fino a 5mila abitanti, dove si moltiplicano «buchi di entrata insostenibili e irreparabili a questo punto dell’anno».
A complicare il quadro Imu c’è anche il fatto che finora non ha visto la luce il nuovo modello di dichiarazione, con un provvedimento che dovrebbe individuare definitivamente anche la platea dei contribuenti tenuti all’obbligo. Le vecchie dichiarazioni Ici rimangono infatti valide «in quanto compatibili», ma la nuova imposta cambia molte regole (dalle definizione di «abitazione principale» alle pertinenze), e per esempio non richiama le esenzioni previste quando i dati necessari sono già presenti nel modello unico informatico (Mui) o per gli immobili inclusi nella dichiarazione di successione. Dal ministero delle Finanze per ora fanno sapere che non è stata valutata l’ipotesi di una proroga del termine del 30 settembre, anche perché il provvedimento dovrebbe approdare all’esame finale all’inizio della prossima settimana, ma i tempi sono oggettivamente stretti. All’attuazione completa, poi, manca anche il decreto sulle nuove regole per gli enti non commerciali, che secondo il calendario ufficiale sarebbe dovuto arrivare al traguardo entro il 24 maggio scorso.


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