di FRANCESCO CERISANO (da Italia Oggi)
Sul contratto degli Enti locali (l’unico Ccnl del pubblico impiego rimasto in stallo dopo la firma del contratto della sanità) il ministro della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, avverte i sindacati. Se la situazione non si sbloccherà, le risorse stanziate per i rinnovi potrebbero tornare al Mef perché, ha detto il ministro, “le criticità del nostro Paese sono tante e a un certo punto Giorgetti mi dirà: se non utilizzi questi soldi ci posso fare altro”. Di qui un nuovo appello ai sindacati in vista della riunione fissata all’Aran per il 30 luglio. Una riunione che a questo punto sarà decisiva e rappresentare o una pietra tombale sulle trattative per il Ccnl 2022-2024o un’improvvisa svolta.
“Abbiamo sindacati che hanno capito l’importanza delle misure che abbiamo adottato per i rinnovi contrattuali, ossia 20 miliardi di euro per i rinnovi dei dipendenti pubblici cosa mai accaduta nella storia della Repubblica e poi abbiamo Cgil e Uil che sono refrattarie alla firma dei contratti sostenendo che queste risorse non sono sufficienti a coprire la perdita di potere d’acquisto conseguente ai picchi inflattivi. Io direi che incrementi di salario del 7 per cento per ogni tornata contrattuale sono misure che non si sono mai verificate nel tempo”.
La replica di Fp Cgil e Uil Fpl non si è fatta attendere. Per le sigle i numeri del ministro sono “fuorvianti” perché i 20 miliardi annunciati sono previsti in due leggi di Bilancio. E in presenza di un’inflazione del triennio 2022-2024 pari al 16%, annunciare un aumento che non arriva al 7% significa di fatto impoverire di circa il 10% lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego. Al contrario, quello relativo al 2022/2024 rappresenterebbe il primo Ccnl con un adeguamento economico abbondantemente al di sotto dell’inflazione registrata”, si legge in una nota.
Intanto il Ministro ha annunciato che dopo la pausa estiva sarà presentato un nuovo decreto legge sulle semplificazioni che completerà il quadro già avviato con 261 semplificazioni già approvate dall’Ue. “L’obiettivo è quello di arrivare alla semplificazione di 600 procedure entro giugno 2026”, in modo da centrare gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche se, ha ricordato Zangrillo, “il tema della semplificazione va oltre il PNRR”. “Abbiamo un’ampia gamma di procedure, norme, regolamenti che vanno rivisti, alcuni abrogati, altri modificati. E’ un lavoro che continueremo a portare avanti”. Il Ministro ha sottolineato che palazzo Vidoni ha già ricevuto 500 segnalazioni dai cittadini nella consultazione pubblica lanciata a febbraio e una parte di questi suggerimenti saranno recepiti nel decreto legge in arrivo.
* Articolo integrale pubblicato su Italia Oggi del 16 luglio 2025 (In collaborazione con Mimesi s.r.l)
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