Nel 2016 la raccomandata postale con avviso di ricevimento è stata utilizzata in 72.180 mila occasioni (5,5% del totale). Circostanze riconducibili per lo più all’ultima «coda» degli arretrati della Commissione tributaria centrale (che non beneficiava della possibilità di notifica Pec) e ai casi di autodifesa da parte dei contribuenti nelle cause di valore inferiore ai 3 mila euro. A differenza dei professionisti, infatti, i privati non sono obbligati ad avere un indirizzo Pec.
Il ricorso ad altri strumenti di notifica o comunicazione nel 2016 è stato puramente residuale, con soli 955 casi di deposito in commissione (0,07% del totale) e appena 15 casi interventi del messo comunale o interno (0,001%). Si ricorda che la percentuale di utilizzo della Pec nelle missive delle segreterie si era attestata al 91,5% nel 2015 e all’84,4% nel 2014.
L’introduzione della Pec per udienze e verdetti già dal 2012 ha costituito il primo passo per l’avvio del processo tributario telematico, scattato in via sperimentale in Umbria e Toscana nel dicembre 2015, esteso ad altre sei regioni nel 2016 (Abruzzo, Molise, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto) e in fase di messa a regime quest’anno. Il prossimo step di ampliamento coinvolgerà il 15 febbraio 2017 le commissioni tributarie di Campania, Puglia e Basilicata, per poi abbracciare gradualmente le regioni mancanti entro il 15 luglio 2017.
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