“Lo svolgimento di attività didattiche si ritiene effettuato con modalità non commerciali – si legge nel Regolamento – se l’attività è paritaria rispetto a quella statale e la scuola adotta un regolamento che garantisce la non discriminazione in fase di accettazione degli alunni; sono comunque osservati gli obblighi di accoglienza di alunni portatori di handicap, di applicazione della contrattazione collettiva al personale docente e non docente, di adeguatezza delle strutture agli standard previsti, di pubblicità del bilancio; l’attività è svolta a titolo gratuito, ovvero dietro versamento di corrispettivi di importo simbolico e tali da coprire solamente una frazione del costo effettivo del servizio, tenuto anche conto dell’assenza di relazione con lo stesso”.
Il paletto della “retta simbolica” fa comunque insorgere il mondo cattolico: “E’ una cosa che ci distrugge tutti, chiuderemo le scuole in un anno”, annuncia padre Francesco Ciccimarra.
Si registra invece un giro di vite per gli Enti no profit: non pagheranno l’Imu solo le attività non commerciali. In caso di immobili misti, quindi, il regolamento del Tesoro pubblicato in Gazzetta ufficiale prevede che il pagamento sia “proporzionale” in base allo spazio, al numero dei soggetti e al tempo di utilizzo.
Per quanto riguarda i criteri di proporzionalità in base ai quali in caso di immobili misti si debba valutare quali parti siano soggette all’Imu, il regolamento del Tesoro prevede che “per le unità immobiliari destinate ad una utilizzazione mista, la proporzione sia prioritariamente determinata in base alla superficie rapportata alla superficie totale dell’immobile”.
Per quegli immobili invece che “sono indistintamente oggetto di un’utilizzazione mista, la proporzione è determinata – si legge – in base al numero dei soggetti nei confronti dei quali le attività sono svolte con modalità commerciali, rapportato al numero complessivo. Infine, nel caso in cui l’utilizzazione mista è effettuata limitatamente a specifici periodi dell’anno, la proporzione è determinata in base ai giorni durante i quali l’immobile è utilizzato per lo svolgimento delle attività commerciali”.
Gli enti non commerciali che volessero l’esenzione dall’Imu “devono predisporre o adeguare il proprio statuto” entro il 31 dicembre 2012. E’ quanto stabilisce il decreto del ministro dell’Economia sull’Imu, pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale. Il nuovo statuto dovrà prevedere: 1) il divieto di distribuire anche in modo indiretto utili; 2) l’obbligo di reinvestire gli eventuali utili per scopi istituzionali di solidarietà sociale; 3) l’obbligo di devolvere il patrimonio dell’ente non commerciale in caso di suo scioglimento ad altro ente non commerciale.
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