Sarà probabilmente l’anno dell’acqua questo 2013, con il debutto del “metodo tariffario per il servizio idrico integrato” (in versione transitoria), che dovrebbe maggiormente tutelare gli utenti e favorire gli investimenti nelle infrastrutture. Le misure (comprese una direttiva sulla trasparenza della bolletta e un’istruttoria sui comportamenti dei gestori) sono state annunciate a fine dicembre dall’Autorità per l’energia, cui il decreto Salva Italia ha attribuito funzioni di regolazione e di controllo anche del servizio idrico.
Criticità
Un riordino del resto si impone, viste le numerose criticità del settore. A partire dalla forbice dei prezzi sul territorio: secondo Creef-Federconsumatori un nucleo che consumi 200 mc all’anno paga in media 130 euro a Milano o Isernia ma 500 di Firenze, Pistoia o Prato e dal 1998 al 2012 la spesa per famiglia è cresciuta del 95%, il doppio rispetto all’inflazione del periodo. Questo nonostante il costo della risorsa acqua sia fra i più bassi in Europa (circa 1 euro al mc). E ancora: le perdite (dati Civicum) rappresentano il 30% della quantità immessa in rete (contro il 7,3% della Germania o il 19% del Regno Unito) mentre per adeguare le infrastrutture servirebbero – secondo l’Aeeg – circa 65 miliardi per i prossimi 30 anni. Per non parlare del 15% di popolazione priva del servizio fognario o dei depuratori inesistenti, con conseguenze negative per cittadini, ambiente e sistema produttivo, e con il rischio di multe europee. Ultima ma non meno importante criticità, la stratificazione normativa, con la molteplicità di metodi tariffari e di soggetti coinvolti, tra autorità d’ambito, enti locali e singoli gestori.
Cambio di passo
«Ora con l’approvazione del metodo tariffario transitorio – osserva Mauro Zanini vicepresidente di Federconsumatori e responsabile del Creef – per tutte le gestioni (esclusi quelle che oggi adottano il metodo tariffario Cipe nonché le Province di Trento e Bolzano e la Val d’Aosta, ndr) si determineranno le nuove tariffe per il biennio 2012-2013 per arrivare al nuovo sistema a regime dal 2014. Con i criteri dell’Aeeg gli enti di ambito ove esistenti, i Comuni o le Regioni dovranno approvare le nuove tariffe entro marzo e sottoporle all’ok dell’Aeeg. Considerato il rischio di rincari, contiamo ci sia un confronto a livello locale con le associazioni dei consumatori. Senza contare che il nuovo meccanismo da una parte sopprime il principio di “remunerazione del capitale” così come sancito dal referendum del 2011 e dall’altra lo sostituisce con il riconoscimento del “costo della risorsa finanziaria”».
In realtà – precisano dall’Authority – la nuova metodologia «non determina le tariffe ma definisce i criteri per la loro quantificazione prevedendo che nella fase transitoria sia mantenuta un’articolazione tariffaria per gestore/ambito analoga alla preesistente». A tutela degli utenti viene anche introdotto un limite di variazione della tariffa e una verifica da parte dell’Aeeg dell’applicazione dei nuovi criteri nei casi di incrementi superiori. Quanto al rispetto degli esiti referendari, il meccanismo messo a punto dall’Authority intende promuovere gli investimenti nel settore per ammodernare le infrastrutture esistenti e per realizzare gli impianti necessari. Viene inoltre superato il principio della “remunerazione del capitale” (rigidamente fissato in via amministrativa e non aggiornabile) e stabilito che il costo degli investimenti sia riconosciuto soltanto a opere ultimate e in funzione (pur restando la possibilità di inserire in tariffa uno specifico importo, per alimentare un fondo per finanziare nuovi investimenti).
I criteri
Tra i principi cui si ispira il nuovo sistema tariffario definito dall’Aeeg: la sostenibilità economica della fornitura agli utenti domestici; la copertura integrale dei costi di esercizio e di investimento, la sostenibilità ambientale dell’uso della risorsa attraverso l’applicazione del principio “chi inquina paga”, il rispetto dell’esito referendario e meccanismi per favorire gli investimenti nel settore; attenzione alla qualità del servizio tecnico (ad esempio numero di interventi per riparare le perdite di rete o i guasti, i tempi di esecuzione degli allacciamenti eccetera) commerciale (frequenza di lettura dei contatori, tempi di risposta ai reclami o per i preventivi) e ai parametri ambientali; introduzione di un’apposita tariffa sociale a salvaguardia delle utenze economicamente disagiate. Infine, per un’adeguata disponibilità di risorse, non è escluso che entro il 2013 vengano sviluppati strumenti integrativi a quelli tariffari quali, ad esempio, fondi rotativi destinati agli investimenti nel settore idrico, i water bond o altre soluzioni.
di Rossella Cadeo
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IL MECCANISMO
01|L’AMBITO
La delibera 585/2012/R/Idr dell’Aeeg fissa i principi per la definizione delle tariffe idriche relativi a una serie di servizi: captazione, adduzione, potabilizzazione, vendita all’ingrosso, distribuzione e vendita agli utenti finali, fognatura, depurazione, misura dei servizi idrici
02|FASE TRANSITORIA
La direttiva anticipa per il biennio le linee generali della metodologia tariffaria la cui entrata in vigore è prevista per il 2014
03|COMPONENTI DI COSTO
Per l’aggiornamento tariffario è definita una serie di componenti di costo (immobilizzazione, costi di gestione efficientabili e non, anticipazioni per il finanziamento di nuovi investimenti)
04|L’APPROVAZIONE
Entro il 31 marzo 2013 gli Enti d’ambito trasmettono all’Autorità la tariffa ed entro i tre mesi successivi l’Autorità approva le tariffe
05|BIENNIO 2012-2013
Dal 1º gennaio 2013 i gestori applicano le tariffe del 2012 senza variazioni o le tariffe 2013 eventualmente determinate dagli enti d’ambito prima della delibera stessa (purché non modifichino la precedente articolazione tariffaria) fino alla definizione delle nuove tariffe da parte degli enti d’ambito
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