Un incontro interlocutorio, con le posizioni ancora molto distanti nella maggioranza. Tanto che, in questa fase, il confronto tra il governo ed i partiti sulla riforma dell’Imu e della tassazione immobiliare procederà con incontri bilaterali. Se è servita a qualcosa, oltre ad individuare il metodo di lavoro, la riunione di ieri della cabina di regia ha reso ancora più evidenti i contrasti tra Pd, Pdl e Scelta Civica. Il tutto mentre Eurostat ha certificato che il debito pubblico ha superato il 130% del Pil: 130,3% nel primo trimestre.
«L’Imu del 2013 sulla prima casa non si pagherà» ha ripetuto ieri Renato Brunetta, capogruppo alla Camera del Pdl, ancora molto determinato a cancellare la tassa sulla prima casa per tutti, salvo pochissime eccezioni rappresentate dalle ville e dalle case extralusso. Il Pd non è però disposto a fare sconti così ampi. «Sarebbe sbagliato rinunciare a 2 miliardi di gettito che arrivano dal 15% delle abitazioni di maggior valore.
Aggraverebbe l’iniquità e sarebbe un freno alla crescita» ha ribattuto Stefano Fassina, viceministro dell’Economia del Pd.
Per il PdL, insomma, dovrebbero pagare tutti tranne pochissimi, mentre il Pd vorrebbe esentare dalla tassa sugli immobili solo i contribuenti con i redditi più bassi. Il Tesoro ha presentato alla maggioranza già la scorsa settimana un corposo dossier sull’Imu illustrando tutte le possibili articolazioni della riforma, che deve essere approvata entro il 31 agosto perché si possa davvero evitare o quanto meno ridurre il pagamento della tassa per quest’anno.
Il ministro Fabrizio Saccomanni, tuttavia, non ha ancora preso un orientamento chiaro sulla faccenda. Per eliminare del tutto l’imposta sulla prima casa servono 4 miliardi, ma le risorse scarseggiano ed il titolare del Tesoro ha deciso di aspettare che i partiti di maggioranza escano allo scoperto con le loro proposte. Arriveranno nei prossimi giorni e solo a quel punto, insieme al presidente del Consiglio Enrico Letta, il ministro dell’Economia tenterà una sintesi.
L’ipotesi di un intervento in due fasi, con un correttivo per l’Imu 2013 e la vera riforma della tassazione sugli immobili rinviata alla Legge di Stabilità 2014, e dunque a gennaio, resta sul tappeto. Ma il Pdl non fa mistero di puntare ad una soluzione organica fin da subito. Una riforma da delineare in un provvedimento di legge già nel corso dell’estate e, magari, da applicare per tappe. La riforma del fisco immobiliare è del resto un’operazione imponente, capace di muovere 40 miliardi di euro l’anno. E potrebbe abbracciare con gradualità, dopo l’Imu, le imposte sulle compravendite, quelle sugli affitti e la riforma del catasto.
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