È quanto emerge dalla lettura del sito www.finanze.gov.it dove sono stati pubblicati i dati rilevanti ai fini della determinazione dell’addizionale regionale all’Irpef che le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano hanno inviato al dipartimento delle finanze entro il 31 gennaio. L’esame dei dati pubblicati evidenzia come rispetto allo scorso anno non vi siano sostanziali disallineamenti. Come detto, nessuna regione ha aumentato le aliquote, grazie anche al fatto che la legge di bilancio (legge n. 205/2017) ha prorogato anche per il 2018 il «blocco degli aumenti» delle aliquote dei tributi regionali e locali disposto dall’art. 1, comma 26, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, che sospende dell’efficacia delle leggi regionali nella parte in cui prevedono aumenti dei tributi e delle addizionali attribuiti alle regioni rispetto ai livelli di aliquote o tariffe applicabili per l’anno 2015.
Le uniche sostanziali variazioni rispetto al 2017 riguardano:
- la regione Sicilia, che, assecondando in pieno gli obiettivi del legislatore nazionale di contenere il livello complessivo della pressione tributaria, ha diminuito la pressione fiscale, giacché da un’aliquota unica dell’1,73% si è passati a un’aliquota dell’1,50%;
- la provincia autonoma di Trento che ha eliminato la detrazione di imposta di euro 252 per ogni figlio a carico per i contribuenti con un reddito imponibile non superiore a 55 mila euro;
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