La correzione proposta punta a modificare un emendamento presentato dallo stesso Esecutivo appena due giorni fa per rendere operativo il nuovo prelievo. Se il rinvio fosse approvato, il versamento slitterebbe a dopo la campagna elettorale. I contribuenti avrebbero quindi il tempo di riprendersi dalla stangata dell’Imu (il termine per il pagamento del saldo scade oggi) e l’amministrazione potrebbe chiarire i molti aspetti tecnici ancora poco chiari relativamente al calcolo della nuova tassa.
La Tares sostituirà Tarsu e Tia (a seconda del prelievo finora scelto dai singoli Comuni). A pagarla non saranno solo i proprietari di immobili, ma tutti coloro che “occupano o detengono locali o aree scoperte”.
Il prelievo sarà più caro rispetto al passato, perché dovrà finanziare interamente il servizio di igiene ambientale e i “servizi indivisibili” come l’illuminazione e la manutenzione delle strade. A questo scopo il Comune applicherà al tributo sui rifiuti una maggiorazione pari a 30 centesimi al metro quadro (elevabile a 40).
In tutto, la Tares costerà ai contribuenti italiani un miliardo di euro l’anno, che lo Stato risparmierà tagliando una somma equivalente agli ex trasferimenti ai Comuni, ora rivoluzionati dalla legge di Stabilità.
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