Regolamento comunale e misure di contrasto all’evasione dei tributi locali

Sintesi della sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana, 23 aprile 2025, n. 338

7 May 2025
Modifica zoom
100%

Indice

In virtù di un’interpretazione adeguatamente restrittiva e costituzionalmente orientata dell’art. 15-ter del d.l. 30 aprile 2019, n. 34 (convertito con modificazioni, dalla l. 28 giugno 2019, n. 58), gli Enti locali possono subordinare, con norma regolamentare, il rilascio, il rinnovo e la permanenza di licenze e autorizzazioni, in favore degli esercenti di un’attività commerciale, alla condizione della verifica del regolare pagamento dei tributi locali, unicamente con riguardo alle violazioni gravi, definitivamente accertate, rispetto agli obblighi relativi al pagamento. Questo è quanto affermato dal Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana, mediante sentenza 23 aprile 2025, n. 338.

Raccordo tra fiscalità locale e attività economica: la pronuncia del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana

Nel caso di specie, un Comune ha adottato un regolamento che consente all’Amministrazione di negare autorizzazioni commerciali anche in presenza di mere irregolarità, non definitivamente accertate e prive di qualunque soglia minima. Una simile disciplina viola palesemente l’interpretazione costituzionalmente orientata che deve guidare l’applicazione dell’art. 15-ter: essa consente restrizioni solo in presenza di violazioni gravi, definitivamente accertate, e comunque nel rispetto di una soglia ragionevole che eviti effetti sproporzionati e arbitrari.

Di grande rilievo, poi, la qualificazione della giurisdizione: la Corte di Cassazione, mediante la rilevante ordinanza delle Sezioni Unite del 4 maggio 2022, n. 14049, aveva ribadito che il contenzioso avente ad oggetto il diniego dell’autorizzazione – ancorché fondato su profili tributari – spetta al giudice amministrativo. L’elemento fiscale assume pertanto qui rilievo meramente incidentale, non coinvolgendo direttamente il rapporto tributario, bensì il legittimo esercizio del potere amministrativo.

Conclusione

In sintesi, per l’orientamento giurisprudenziale qui raccolto, va ravvisato un fondamentale punto di equilibrio tra l’esigenza, pur condivisibile, di contrastare l’evasione tributaria e la tutela dei diritti fondamentali dell’impresa. Un’interpretazione meno rigorosa dell’art. 15-ter rischierebbe infatti di degenerare in una forma di giustizia sommaria, incompatibile con i principi dello Stato di diritto.

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento