Inizialmente, l’articolo 19 del d.lgs. n. 546/1992 elencava tassativamente gli atti impugnabili, tra cui avvisi di accertamento e liquidazione, provvedimenti sanzionatori, ruolo e cartella di pagamento, avviso di mora, iscrizioni ipotecarie e fermi di beni mobili, atti relativi ad operazioni catastali, rifiuti di restituzione di tributi, diniego o revoca di agevolazioni e altri atti per cui la legge ne prevede l’impugnazione. (puoi approfondire il tema nel volume: Manuale per la gestione e il controllo dei tributi locali dopo la riforma fiscale). Tuttavia, la giurisprudenza ha esteso tale elenco, ritenendo impugnabili anche le bollette TARI. La Corte di Cassazione, con diverse sentenze (es. n. 1239/2022, n. 11448/2022, n. 1797/2023, n. 25564/2023), ha confermato la possibilità di impugnare le bollette TARI, in quanto contengono tutti gli elementi per individuare la pretesa erariale e permettono al contribuente di contestare eventuali errori nel calcolo.
Quali atti relativi alla TARI sono impugnabili di fronte alle Corti di Giustizia Tributaria?
La Corte di Cassazione, con diverse sentenze (es. n. 1239/2022, n. 11448/2022, n. 1797/2023, n. 25564/2023), ha confermato la possibilità di impugnare le bollette TARI
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